Autore: Andrea Amici
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“Quello” che sono
Se penso a quanto fui trafitto direttamente al cuore, prima che alla mente, sul finire degli anni ’70, nel pieno del cammino didattico delle scuole elementari, alla vista di una Dionaea muscipula (non ne conoscevo il nome, sapevo solo che era una pianta carnivora) che serrava di scatto la sua trappola al cospetto di piccoli studenti incuriositi ed attratti da tanto magnifico spettacolo naturale, ma anche se penso a quanto questa scintilla abbia influenzato gran parte della mia vita sin qui, capisco che c’è qualcosa che non avrei mai potuto immaginare allora: divenire, nel corso dei molti anni trascorsi, tra i più “antichi” testimoni diretti, la memoria storica, di quello che possiamo definire come il “movimento della conoscenza delle piante carnivore in Italia”.

Le origini (1980 – 1993)
In quegli anni (tutti gli anni ’80 fino alla prima metà dei ’90) eravamo “pochi ed ignoranti”: una dozzina in tutto, sparpagliati per l’Italia, che si tenevano in contatto con le telefonate “da telefono fisso” ed accomunati, appunto, da una sana ignoranza cosmica. L’aggettivo “sana” deriva dal fatto che non sapevamo nulla ma avevamo passione e curiosità ardenti: le prerogative necessarie al fine di compiere grandi imprese. Non posso non menzionare, tra questo gruppo di meravigliosi pionieri, Sergio Cecchi da Sesto Fiorentino (professore di Fisica, che già alla fine degli anni ’60 provava a coltivare piante carnivore scelte dal catalogo “Stassen” ed acquistate per posta); Marcello Catalano, milanese, che in età d’infanzia ha potuto visitare la collezione del grande coltivatore francese M.Lecoufle, accendendo in lui un grande fuoco di passione che lo ha portato, nel tempo, a fondare l’Associazione Italiana Piante Carnivore (AIPC) ed a scrivere diversi libri. Uno di questi rappresenta, ad oggi, l’unico vero testo specifico in italiano, giunto alla terza edizione: “Coltivare le Piante Carnivore”; Fiorello Verona da Udine, naturalista botanico: l’uomo della mia svolta. Colui che mi ha permesso di conoscere Furio Ersetti e Lilli Almacolle, gli allora titolari dell’unico vivaio specializzato presente in Italia: Piante Esotiche Marsure, a Povoletto, vicino Udine.

La scoperta del mondo delle piante carnivore (1993 – 2010)
Quasi 20 anni di tripudio e di estasi soave, trascorsi in esponenziale crescita della pura gioia del conoscere questo meraviglioso spaccato di Natura e dei suoi abitanti vegetal-carnivori. La serra di Lilli e Furio era la nostra Mecca, il luogo di incontro dei sempre più numerosi appassionati, la possibilità sempre più concreta di poter vedere dal vivo e reperire piante fino a quel momento sconosciute ai più. Ma anche poter attingere ad informazioni di ogni tipo, come conoscere il modo per iscriversi a a questa o quella associazione nel mondo (australiana, inglese, americana, francese, giapponese: sono alcune alla quali sono stato socio!) al fine di ricevere i “Newsletter”, oppure di avere contatti con nuovi coltivatori. I contatti erano rigorosamente “analogici”, non c’era ancora Internet a rivoluzionare ogni cosa. Il vivaio più famoso (a parte quello di Lilli e Furio) era in Gran Bretagna: il celeberrimo Marston Exotics, fondato dal mitico Adrian Slack, che proponeva in vendita esemplari storici ed intrisi di fascino (tuttora ho il piacere di coltivarne in buon numero). Le piante si potevano ordinare per posta, compilando il foglio d’ordine allegato al catalogo, cartaceo, anch’esso ricevuto per posta ordinaria. Trascorrevano mesi, nello scorrere di questi passaggi.
In questi anni, si sviluppano le basi per la “micro-propagazione in vitro” delle piante carnivore.
Naturalmente, questi sono stati gli anni dei primi meeting, affollatissimi, non solo in Italia: la divulgazione della conoscenza delle piante carnivore ha preso fortemente piede in Europa dai primi anni 2000, con il primo Meeting Europeo (al quale ho preso parte) a Bonn, in Germania, con il quale si sarebbe inaugurato un periodo florido e dorato di meeting europei, scambi di conoscenza, di esperienze nella coltivazione delle piante, di apertura di nuovi vivai e messe le basi per la creazione di collezioni, ad oggi, storiche. In Italia, nel 1996, viene ufficialmente fondata AIPC: inizia una fase di organizzazione di grandi incontri, di crescita, di divulgazione di energia pura. Un meraviglioso movimento basato sulla passione, conoscenza, condivisione e divulgazione del mondo delle piante carnivore. Quanti ricordi, quanti aneddoti, quante persone ho incontrato e conosciuto in quegli anni, con le quali ho condiviso viaggi in tutt’Europa! Alcuni di loro, li ho incontrati bambini, allora, e li ritrovo adulti, oggi, con la stessa passione negli occhi.

Piante carnivore ed internet (2010 – OGGI)
“La rete” ha modificato la vita di tutti su tutto, in ogni campo, in ogni dove. Non c’è particella della quotidiana attività umana, oggi, che non sia in qualche modo percorsa dal “potere e dalla forza” di Internet. Il mondo delle piante carnivore, la divulgazione della conoscenza, nonché la possibilità di reperire contatti di coltivatori e piante, sono stati spinti da esponenziale potenza verso numeri impensati, in pochissimo tempo. Quelli che negli anni ’80 erano (eravamo) “pochi ed ignoranti” oggi sono “tantissimi e potenzialmente massimamente eruditi”! Le piante carnivore che allora erano ritenute chimere impossibili, anche solo da vedere, oggi sono divenute fruibili, tra le nostre mani e nelle nostre collezioni, in un paio di giorni. I vivai si sono moltiplicati a dismisura, così come il numero dei coltivatori sparsi in ogni parte d’Italia e del mondo, con i quali è possibile comunicare nel tempo di un “click”! Il tutto si muove in una atmosfera meno romantica, probabilmente perché è venuto meno un fattore determinante: il desiderio. Oggi non si desidera più una pianta, come si faceva 25 anni fa: oggi la si ottiene subito. Ogni pianta che si possa desiderare, al prezzo giusto, arriva. Oggi, in un paio di settimane, si possono allestire collezioni che richiedevano alcuni anni, a quei tempi, togliendo “valore emotivo” a quelle piante che rappresentano, pur sempre, gioielli della natura dal fascino inalienabile.

Cosa sono diventato
Personalmente, non ho mai perso l’entusiasmo che avevo quando ho incontrato la prima Dionaea sul quel banco di scuola elementare, sebbene segua l’incedere della “tecnologia della comunicazione”. Uso Internet e i “social network” e ritengo che siano una risorsa potentissima, da utilizzare quanto possibile ai fini dell’opera di divulgazione che mi piace portare avanti, quasi fosse una missione, iniziata proprio in quei pionieristici anni. Sono altresì certo del fatto che il magnetismo delle piante carnivore vada oltre il fatto che oggi si possano reperire in gran numero e in poco tempo; credo piuttosto che questo sia un bene da apprezzare profondamente, che permette di entrare sempre più in contatto con il microcosmo della loro raffinata natura: le piante carnivore sono delle straordinarie opportunità per entrare in contatto con l’infinita varietà di forme di vita presenti sul nostro pianeta, offrendoci la possibilità di comprendere il concetto, largo, di rispetto.
Dai bambini delle scuole elementari è importante iniziare questo percorso. Il messaggio ci arriva dalle piante stesse: la semina va effettuata su un campo nuovo ed incolto, al fine di ottenere alta probabilità di nascita ed attecchimento.
Biografia dell’autore
Appassionato coltivatore, fin dai tempi delle classi elementari sul finire degli anni ’70. Come talvolta accade in quel momento della vita, un casuale e devastante incontro con una Dionaea muscipula ha misurato il passo ad ogni altra incontrata negli anni a venire. Ho attraversato quattro decadi, con le piante parallele ad ogni attività intrapresa mentre ho cambiato dimore e attività professionali. Ho avuto il piacere e l’onore di coltivare e portare con me, negli anni, migliaia di esemplari, abbracciando tutti i generi di piante carnivore, coinvolgendo centinaia di specie presenti, in natura, in tutto il mondo. Sono socio fondatore della Associazione Italiana Piante Carnivore (A.I.P.C.) nonchè socio, fin dal 1992, della rinomata “International Carnivorous Plant Society” (I.C.P.S). Nella mia collezione attuale, contenuta in qualche decina di metri quadrati, sono rappresentati tutti i continenti, che qui hanno trovato un unico denominatore.
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