Spesso si dice che il mondo è bello perché vario, frase che calza perfettamente quando ci si chiede: ma come si coltiva Drosera?
Il genere di cui parleremo in questo articolo è composto da piante straordinarie che hanno colonizzato ogni angolo del nostro pianeta. Sappiamo bene come continenti cosi lontani tra loro possano presentare ambienti altrettanto lontani e differenti: ebbene, Drosera si è evoluta in questa diversità, adattandosi perfettamente a condizioni estreme e trovando il giusto equilibrio anche laddove le condizioni sembravano proibitive.
Premessa necessaria per comprendere perché, con questo genere di piante carnivore, non è possibile generalizzare: esistono Drosera temperate, Drosera Sub-tropicali e tropicali, Drosera picciolate e Drosera tuberose. Ed ognuna di esse necessita di cure diverse.
In questo articolo vedremo le varie tipologie esistenti ed i diversi habitat di queste splendide piante carnivore
Iniziamo
Drosera è una pianta carnivora dotata di trappole adesive ed appartenente, come Dionaea muscipula, alla famiglia delle Droseraceae. Le numerose specie appartenenti al Genere Drosera sono distribuite per la maggior parte in ambiente tropicale o sub-tropicale come Africa, Australia,Sud America e seppur in numero decisamente inferiore anche in ambiente temperato di Europa, Asia e Nord America.
L’affascinante meccanismo di cattura ha l’aspetto di foglie ricoperte di numerosi “tentacoli” alla sommità dei quali sono presenti delle goccioline collose composte da acqua e polisaccaridi. Queste piante sfruttano i riflessi di luce prodotti dal passaggio dei raggi solari attraverso queste goccioline per attirare gli insetti che, infine, rimangono intrappolati in questo cocktail denso e viscoso di acqua e sostanze zuccherine. Altre ghiandole poi, dette ghiandole sessili, più piccole e meno vistose delle precedenti, producono enzimi digestivi che “digeriscono” i tessuti molli dell’insetto.
Spesso per massimizzare i benefici che può ricavare dalle sue prede, Drosera arriccia lentamente le foglie avvolgendo l’insetto con una superficie maggiore di lamina fogliare (e quindi con altre ghiandole digestive): in questo modo vi è una maggior produzione gli enzimi e di conseguenza maggior nutrimento. Per fare ciò la pianta può impiegare ore oppure giorni, a seconda della specie.
Al termine di questa breve presentazione diventa per noi doveroso diversificare le varie tipologie di Drosera per aiutare il lettore nel loro riconoscimento e a prendersene poi cura al meglio. Per ultimo parleremo di alcuni trucchetti del mestiere e di alcune malattie che possono colpire in generale il genere in questione.
Drosera temperate
Le Drosera temperate sono un gruppo di piante carnivore evolutesi per adattarsi perfettamente a torbiere acide dove proliferano sfagni: il pH è molto acido e la presenza di azoto è praticamente nulla, un ambiente difficile dove vi è quasi totale assenza di sostanze nutritive nel terreno. Solitamente queste torbiere sono situate in ambienti montani dell’emisfero nord in paesi caratterizzati da estati calde ed inverni molto rigidi.
Per adattarsi a questo cambio climatico stagionale esse hanno sviluppato una forma di difesa particolare, infatti Drosera vegeta nel periodo caldo dell’anno dove cresce velocemente e fiorisce durante tutta la fase vegetativa. In inverno invece entra in una fase denominata “riposo vegetativo” dove perde completamente foglie e fiori e forma un ibernacolo di forma sferica. Esso è molto resistente alle intemperie: non è raro infatti che il loro ambiente venga totalmente coperto da neve e ghiaccio durante i mesi invernali.
Il riposo vegetativo è una condizione obbligatoria ed assolutamente necessaria per il ciclo vitale di questa Drosera!
Esposizione Solare
La Drosera temperata ama il sole! Quindi vanno poste all’esterno tutto l’anno in pieno sole, avendo cura di ombreggiarle nelle ore centrali dei mesi estivi per evitare le alte temperature della pianura a cui non sono abituate.
Perché in pieno sole?
Come per Dionaea muscipula anche per la Drosera si tratta di una questione energetica, essendo piante che vegetano pochi mesi all’anno hanno bisogno di una notevole quantità di energia, fornita indirettamente dalla fotosintesi, per poter crescere velocemente e produrre grandi quantità di sostanza vischiosa essenziale per catturare prede. Quindi maggior intensità luminosa comporta una crescita più vigorosa.
Inoltre questa pianta carnivora sfrutta i raggi luminosi ed i riflessi che essi producono sulle goccioline di colla per attirare gli insetti! Tuttavia è bene ripararle dal vento: un ambiente ventoso farà seccare le goccioline eccessivamente riducendo l’efficienza di cattura e la resa estetica della pianta.
Acqua
3-4 cm di acqua distillata in un sottovaso alto (generalmente è bene mantenere acqua ad un livello mai inferiore ad 1/3 dell’altezza del vaso). Vanno bene anche le acque prodotte per condensazione, l’acqua piovana ed in generale tutte quelle acque prive di sostanze minerali.
Perché?
Le torbiere sono ecosistemi con fondo impermeabile, per lo più argilloso, che non permette all’acqua piovana di penetrare gli strati inferiori. Il risultato è un terreno permanentemente zuppo di acqua che deriva dalla condensazione di vapore acqueo atmosferico, naturalmente privo di sali minerali.
I sali minerali sono invece comunemente presenti nelle acque dolci e nelle nostre falde e derivano dal discioglimento di calcari che compongono le rocce e vanno a finire nelle acque di fiumi e laghi. Drosera si è adattata a crescere in ambiente privo di sali minerali derivanti dalle acque, in particolare di carbonati che a lungo andare andrebbero ad alzare il pH del substrato danneggiando irrimediabilmente la pianta.
Anche in inverno è possibile lasciare l’acqua nel sottovaso: l’ibernacolo è in grado di resistere al ghiaccio che si potrebbe formare nel sottovaso in caso di temperature sotto lo zero.
Substrato?
50% torba e 50% perlite
Perché?
Drosera non tollera sostanze nutrienti. Evitiamo torbe a pH neutro o ammendate con azoto che spesso si trovano nei terricci per acidofofile. La torba deve essere pura.
La perlite è un substrato inerte che aiuta l’aerazione del substrato. In natura non c’è ovviamente, ma la coltivazione forzata in volumi piccoli (i nostri vasi) richiede un adattamento per aumentare la shelf life del substrato costantemente bagnato.
ATTENZIONE: non respirate senza protezione la polvere di perlite, idratatela a dovere prima di maneggiarla, è una polvere molto sottile e dannosa per i nostri polmoni!!
Inverno
Mai ritirare la Drosera temperata in casa. È una pianta che necessita del riposo vegetativo.
E’ possibile ripararla sotto un portico o in una serra fredda ma deve necessariamente restare fuori tutto l’anno.
Perché?
Le Drosera temperate vivono in ambienti di montagna dove gran parte dell’anno il freddo e la neve ne impediscono la crescita. Esse si sono adattate a questo ambiente e si sono evolute vegetando molto velocemente nei pochi mesi a disposizione, tuttavia proprio per la velocità della loro crescita esse sfruttano moltissima energia. Forzarne la crescita anche al termine del naturale periodo vegetativo stresserebbe la pianta a tal punto da causarne la morte.
Quando entra in riposo vegetativo?
Con l’arrivo dell’autunno e dei primi freddi le foglie delle drosere temperate inizieranno velocemente a seccare e la pianta ad accumulare più energia possibile nell’ibernacolo. Solitamente anche in inverno è bene lasciare 1-2 cm di acqua nel sottovaso. Con il ritorno della primavera questo ibernacolo protettivo di “schiuderà” e la pianta tornerà in breve tempo a formare foglie e fiori.
Niente paura quindi: le Drosera temperate al termine dell’estate non moriranno!
Cosa fare in primavera?
Con l’arrivo della primavera le drosere temperate cominceranno a “svegliarsi” dal riposo vegetativo: in questa fase è opportuno aumentare gradualmente l’acqua nel sottovaso per sostenere le richieste idriche crescenti delle nuove foglie che iniziano a vegetare.
A breve distanza dal risveglio e dopo aver prodotto numerose trappole inizia la fioritura. Quasi tutte le drosere temperate sono autoimpollinanti, ciò significa che la fecondazione dei fiori e la produzione di frutti e semi è spontanea. Quando lo stelo floreale si seccherà sarà possibile raccogliere i numerosi semi neri e di piccolissima dimensione (più piccoli di granelli di sabbia) e sarà possibili seminarli fin da subito. Talvolta i semi necessitano di stratificazione a freddo, ciò significa che non germineranno prima di aver percepito un periodo di freddo (che corrisponderebbe all’inverno nei luoghi in cui vivono). Anche questo è un adattamento della pianta per sopravvivere al clima rigido.
Per la Drosera non è necessario recidere il fiore in quanto non compromette più di tanto lo sviluppo della pianta, potete godervi la fioritura senza preoccupazioni!
Quali sono le Drosera temperate?
Come già accennato le Drosera che vivono in ambienti temperati sono poche, di seguito un elenco delle varie specie appartenenti a questo gruppo:
Drosera subtropicali
Il termine Drosera subtropicale racchiude tutte quelle drosere che in natura si sono adattate ad un clima caldo simile a quello tropicale tuttavia caratterizzato da inverni freschi ma non rigidi. Sono piante infatti che crescono in Sud Africa, Sud America, ed in alcune zone dell’Asia dove il clima è una via di mezzo tra quello tropicale e quello temperato.
Di conseguenza le piante carnivore subtropicali, in questo caso la Drosera subtropicale, non necessitano di un riposo vegetativo in quanto, anche se il clima invernale risulta essere più freddo rispetto a quello estivo, le condizioni e le temperature in natura non sono proibitive e la loro crescita sarà solo rallentata.
Il loro ambiente naturale può essere paragonato a quello delle torbiere per via del pH acido e della scarsità di sostanze minerali ed azoto. Molto spesso queste drosere crescono in un terreno composto anche da sabbia inerte (cioè che non rilascia sostanze minerali): substrato decisamente più percolante della torba che al contrario è in grado di assorbire grandi quantità d’acqua. Tuttavia l’impermeabilità dello strato inferiore impedisce all’acqua di raggiungere gli strati sottostanti, pertanto anche se vi è presente un terreno sabbioso esso rimarrà bagnato ed umifo. A ciò contribuiscono anche le frequenti piogge che alcune location presentano per buona parte dell’anno.
Esposizione Solare
Necessitano di sole diretto per poter dare il meglio! Con la regola di ripararle dal vento e di ombreggiarle nelle ore centrali della giornata nei mesi torridi estivi (non sono abituate a temperature estive troppo alte).
Perché in pieno sole?
Come per Dionaea muscipula anche per la Drosera si tratta di una questione energetica, hanno bisogno di una notevole quantità di energia, fornita indirettamente dalla fotosintesi, per poter crescere velocemente e produrre grandi quantità di sostanza vischiosa essenziale per catturare prede. Quindi maggior intensità luminosa comporta una crescita più vigorosa.
Inoltre questa pianta carnivora sfrutta i raggi luminosi ed i riflessi che essi producono sulle goccioline di colla per attirare gli insetti! Tuttavia è bene ripararle dal vento: un ambiente ventoso farà seccare le goccioline eccessivamente riducendo l’efficienza di cattura e la resa estetica della pianta
Acqua
2-3 cm di acqua distillata nel sottovaso (almeno 1/3 dell’altezza del vaso stesso).
Anche in questo caso è opportuno dare alle nostre piante acqua priva di sostanze minerali: anche le Drosera subtropicali hanno bisogno di un pH acido e di assenza di sostanze nutritive nel terreno..
Con l’avvicinarsi dell’inverno invece è buona regola diminuire la quantità di acqua nel sottovaso.
Perché ridurre l’acqua con l’avvicinarsi dell’inverno?
Sebbene le piante carnivore appartenenti al gruppo delle Drosera subtropicali non necessitano del riposo vegetativo è bene ridurre l’apporto idrico per due motivi principali:
Eventuali gelate causate dal nostro clima mediterraneo e/o temperato potrebbero ghiacciare l’acqua e danneggiare irrimediabilmente gran parte delle radici comportando la morte della Drosera.
Molte di queste Drosera nel loro ambiente naturale, con l’avvicinarsi del periodo invernale, risentono di una diminuzione delle piogge che comporta una naturale riduzione dei livelli idrici del terreno.
Substrato
50% torba acida di sfagno pura e 50% perlite
Talvolta alcune Drosera subtropicali gradiscono mix di torba e perlite con sabbia di quarzo in parti uguali.
Perché?
Drosera non tollera sostanze nutrienti. Evitiamo torbe a pH neutro o ammendate con azoto che spesso si trovano nei terricci per acidofofile. La torba deve essere pura.
La perlite è un substrato inerte che aiuta l’aerazione del substrato. In natura non c’è ovviamente, ma la coltivazione forzata in volumi piccoli (i nostri vasi) richiede un adattamento per aumentare la shelf life del substrato costantemente bagnato. Molti coltivatori esperti utilizzano della sabbia di quarzo inerte in addizione al classico substrato oppure sostituendo completamente la perlite. Questo per ricreare al meglio l’ambiente naturale di queste Drosera. Tuttavia non è un obbligo, talvolta viene utilizzata solo per un fattore estetico.
ATTENZIONE: non respirate senza protezione la polvere di perlite, idratatela a dovere prima di maneggiarla, è una polvere molto sottile e dannosa per i nostri polmoni!!
Inverno
Le Drosera subtropicali non hanno bisogno del riposo vegetativo e non producono ibernacoli.
Gli inverni a clima subtropicale sono freschi ma non freddi, significa che le temperature si abbassano ma raramente scendono sotto i 10°C. In inverno è possibile comunque coltivare le specie più resistenti all’esterno (es. Drosera capensis) ma è molto importante ripararle dalle gelate e ridurre l’acqua nel sottovaso.
L’ideale sarebbe disporre di una serretta fredda in cui proteggerle. In alternativa molti coltivatori utilizzano lo spazio interno di doppie finestre sfruttando il calore della propria casa per creare una simil-serra in cui svernare le piante, oppure un terrario munito di luci artificiali. Se non si dispone di un terrario è normale notare una perdita di vigore ed un rallentamento della crescita. Con l’allungarsi delle giornate e l’innalzarsi delle temperature tuttavia esse torneranno a crescere e fiorire regalando grandi soddisfazioni!
Di seguito una lista delle più comuni piante appartenenti al gruppo Drosera subtropicale:
Ma cosa sono le Drosera a crescita invernale:
Sono Drosera che si sono evolute in ambienti con estati estremamente calde e secche e inverni miti e piovosi. Hanno così sviluppato una strategia di crescita opposta alle comuni piante subtropicali: vegetano nei mesi miti invernali e vanno in riposo estivo, perdendo la parte vegetativa e spesso formando radici carnose che svolgono la funzione di riserva di energia.
La loro coltivazione risulta diversa rispetto a quanto appena discusso per alcuni aspetti che tratteremo ora. Con l’avvicinarsi del caldo estivo la quantità d’acqua va ridotta al minimo aggiungendo un cm di acqua distillata nel sottovaso al bisogno, lasciando asciugare il sottovaso completamente e aggiungendone altra solo dopo alcuni giorni. In questo modo la radice rimane idratata e vitale ma la pianta percepisce lo stimolo “secco” necessario per indurre il riposo vegetativo. Con la fine dell’estate e l’arrivo di temperature più fresche possiamo ricominciare con il classico regime idrico idoneo alle subtropicali: acqua distillata sempre presente nel sottovaso fino ad almeno 1/3 dell’altezza del vaso.
Durante i mesi invernali le temperature dovrebbero restare comunque superiori ai 10 gradi per garantire uno sviluppo continuo da fine estate a primavera. Se le temperature scendono maggiormente, come accade all’esterno alle nostre latitudini, assisteremo ad un secondo blocco, questa volta dovuto all’eccessivo freddo invernale, con la ripresa vegetativa che riprenderà nei mesi primaverili.
Drosere picciolate
Le Drosere picciolate o del complesso petiolaris (petiolaris complex sundew) sono un gruppo particolare e molto affascinante di Drosere: in natura trovano il loro habitat in alcune regioni del nord dell’Australia caratterizzate da estati calde con piogge molto frequenti e temperature anche superiori ai 30°c ed inverni miti con scarsità di pioggia in cui generalmente la temperatura non scende mai sotto i 18°c.
Queste drosere crescono su substrati estremamente diversi tra loro, alcune sono state trovare su terreni composti quasi esclusivamente da sabbia, altre su terreni torbosi ma tutti hanno in comune la scarsità di nutrimenti ed un pH acido.
Queste magnifiche piante che ricordano dei piccoli fuochi d’artificio rappresentano una vera sfida per l’appassionato di piante carnivore ed in particolare di Drosera, in quanto il vero problema non è la composizione del substrato ma ricreare le condizioni climatiche adatte alla loro crescita.
In questo articolo troverete i punti fondamentali per riuscire a coltivare facilmente una Drosera picciolata.
Esposizione Solare
Anche le Drosere picciolate amano tanta luce diretta! In pieno sole infatti esse svilupperanno al meglio i loro incredibili colori!
Perché in pieno sole?
Come per Dionaea muscipula anche per la Drosera si tratta di una questione energetica, hanno bisogno di una notevole quantità di energia, fornita indirettamente dalla fotosintesi, per poter crescere velocemente e produrre grandi quantità di sostanza vischiosa essenziale per catturare prede. Quindi maggior intensità luminosa comporta una crescita più vigorosa.
Inoltre questa pianta carnivora sfrutta i raggi luminosi ed i riflessi che essi producono sulle goccioline di colla per attirare gli insetti! Tuttavia è bene ripararle dal vento: un ambiente ventoso farà seccare le goccioline eccessivamente riducendo l’efficienza di cattura e la resa estetica della pianta.
Acqua
L’acqua da utilizzare per la buona riuscita nella coltivazione di una Drosera picciolata deve essere necessariamente demineralizzata (distillata o piovana) in quanto anche questa drosera, come quasi tutte le piante carnivore, non tollera la presenza di sali minerali e sostanze nutritive nel terreno.
Nel loro ambiente naturale durante l’estate piove molto spesso: un eccesso d’acqua non è un problema se ben esposte al sole, generalmente è consigliabile mantenere qualche centimetro d’acqua in un alto sottovaso.
Gli inverni in quelle regioni sono relativamente secchi, con l’avvicinarsi della stagione fredda è obbligatorio ridurre gradualmente l’apporto idrico. In questa fase la pianta comincerà a ritirarsi in una forma di riposo vegetativo che non prevede ibernacolo: lentamente, con l’avvicinarsi delle temperature fredde e con l’abbassarsi del livello idrico esse rallenteranno la crescita formando una “rosetta” di foglie prive di trappola e dall’aspetto villoso.
Perché?
La peluria che sviluppa la lamina fogliare non è nient’altro che una forma di protezione dal caldo eccessivo. La normale traspirazione fogliare e la perdita di particelle di acqua attraverso gli stomi permettono alla piante le normali funzioni metaboliche. In questo caso l’acqua liberata esternamente rimane per un lungo periodo di tempo “adesa” ai peli presenti nella superficie fogliare prima di evaporare. Così facendo vi è una evidente riduzione di temperature dell’epidermide grazie all’umidità presente sulla foglia che funziona come una sorta di scambiatore di calore.
Substrato
Le drosere appartenenti al gruppo Drosera picciolata non sono piante carnivore particolarmente esigenti per quanto riguarda il terreno in quanto possono essere coltivate in un mix di torba bionda acida di sfagno con perlite e sabbia di quarzo fine, in sola torba bionda acida di sfagno e perlite oppure in vari mix di esse. Ognuno può trovare il mix ideale in base all’esperienza che matura negli anni.
Due ottimi mix sono il classico ed intramontabile 50% torba bionda acida di sfagno e 50% perlite oppure 50% torba bionda acida si sfagno 20% perlite e 30% sabbia di quarzo fine. La regola fondamentale è che il terreno sia acido e privo di ammendanti/nutrienti.
Inverno
L’inverno per le drosere picciolate coltivate in un’area a clima temperato rappresenta la vera sfida: seguendo delle piccole e facili regole potremmo coltivare al meglio queste splendide piante carnivore anche con i nostri inverni rigidi e umidi.
Come già accennato la Drosera picciolata non tollera eccessi d’acqua e umidità nei mesi freddi. Queste condizioni porterebbero facilmente ad attacchi fungini che comprometterebbero velocemente la salute della pianta.
Per risolvere questo problema è necessario garantire un terreno asciutto e umidità dell’aria relativamente bassa.
Come posso fare?
Al termine dell’estate è opportuno ridurre gradualmente l’apporto idrico fino ad ottenere una condizione di terreno asciutto (non secco!) che verrà bagnato dal basso ogni qualvolta risulti necessario col fine di mantenere un leggero grado di umidità del substrato. Se si vive in zone dove le temperature invernali scendono sotto i 10-15°c è opportuno munirsi di un terrario indoor con un buon tasso di riciclo dell’aria per evitare l’accumularsi di umidità deleteria per questa Drosera. Le temperature minime non dovrebbero scendere sotto i 18 gradi.
In questa fase la pianta comincerà lentamente a produrre foglie più fitte, sempre più corte e senza trappole funzionanti fino a raggiungere l’aspetto di una “rosetta, rallentando totalmente il proprio metabolismo fino alla primavera.
Questa condizione di riposo è necessaria per permettere alla pianta di seguire il proprio ciclo naturale. Pertanto è sconsigliato far vegetare le Drosere picciolate tuttol’anno.
Cosa fare in primavera?
La primavera è un periodo un po’ delicato per le Drosere picciolate, in natura infatti coincide con l’aumento esponenziale delle piogge, evento che avviene in concomitanza con l’aumento delle temperature. Per simulare correttamente questo periodo ed evitare attacchi da parte di muffe bisogna “svegliare” le Drosere picciolate gradualmente. Per fare ciò è consigliato aumentare gradualmente l’apporto idrico: all’aumentare dell’umidità e dell’acqua presente nel terreno la Drosera picciolata comincerà a svegliarsi. Quando le temperature esterne lo permetteranno (> ai 18 gradi) si possono posizionare i vasi all’esterno in pieno sole utilizzando il classico sistema di coltivazione utilizzato per Dionaea, Sarracenia e Drosere subtropicali. E’ in queste condizioni che quste bizzarre ma affascinanti piante daranno il meglio, soprattutto nei torridi mesi estivi.
Ecco un elenco delle principali specie escludendo i numerosi ibridi orticolturali:
Drosera Pigmee
Il gruppo delle Drosere pigmee comprende più di 50 specie di piccole e curiose piante carnivore, grandi pochi centimetri e che spesso producono fiori più grandi della pianta stessa.
In natura sono collocate in un’area che comprende il sud dell’Australia e alcune zone della Tasmania e della Nuova Zelanda dove gli inverni sono miti e molto piovosi mentre le estati sono calde e con scarsità di piogge.
Sono piante di facile coltivazione e molto prolifere: la loro peculiarità infatti è quella di produrre in modo asessuato delle gemme al termine dell’estate, queste gemme solitamente germinano in brevissimo tempo creando cloni della pianta madre, spesso tappezzando e colonizzando aree anche piuttosto grandi per la loro minuta dimensione.
Proliferano e colonizzano terreni prevalentemente sabbiosi e perciò relativamente secchi e poveri di nutrimenti, per questo motivo esse possiedono un apparato radicale estremamente lungo in rapporto alle loro dimensioni, infatti le radici, fini come capelli ma lunghe anche decine di centimetri, sono in grado di assorbire acqua dal sottosuolo ad una distanza piuttosto notevole.
Esposizione Solare
Come per tutte le Drosere anche le Drosere pigmee necessitano di sole diretto per poter vivere al meglio e svolgere la loro attività di minuscole predatrici.
Perché in pieno sole?
Come per Dionaea muscipula anche per la Drosera si tratta di una questione energetica, hanno bisogno di una notevole quantità di energia, fornita indirettamente dalla fotosintesi, per poter crescere velocemente e produrre grandi quantità di sostanza vischiosa essenziale per catturare prede. Quindi maggior intensità luminosa comporta una crescita più vigorosa.
Inoltre questa pianta carnivora sfrutta i raggi luminosi ed i riflessi che essi producono sulle goccioline di colla per attirare gli insetti! Tuttavia è bene ripararle dal vento: un ambiente ventoso farà seccare le goccioline eccessivamente riducendo l’efficienza di cattura e la resa estetica della pianta
Acqua
In natura le Drosera pigmee affrontano estati torride e secche dove entrano in uno stato di dormienza per risvegliarsi e vegetare nel loro periodo invernale che è caratterizzato da piogge abbondanti e da un clima mite.
A meno che non si disponga di un terrario ciò è piuttosto difficile da riprodurre in un clima temperato: in realtà riprodurre queste condizioni non è necessario in quanto la maggior parte delle Drosere pigmee vegeta tranquillamente tutto l’anno e non necessita del periodo di riposo.
E’ comunque regola generale utilizzare solo acqua distillata, piovana o di condensazione come per tutte le piante carnivore.
In estate vanno mantenuti i consueti centimetri d’acqua nel sottovaso mentre in inverno è opportuno ridurre l’apporto idrico.
Perché dare acqua in estate se in natura vanno in riposo?
Le Drosera pigmee sono piante molto resistenti e possiamo “illuderle” fingendo che la nostra estate sia il loro inverno. Molto semplice.
Substrato
Come già detto le Drosera pigmee sono piante estremamente versatili: vale comunque la regola essenziale di utilizzare sono substrati acidi a base di torba bionda acida di sfagno.
Il mix 50% torba bionda acida di sfagno e 50% perlite va benissimo per tutte le Drosere pigmee ma è possibile sperimentare altri terreni sostituendo la perlite con sabbia di quarzo, facendo un mix tra queste due oppure coprendo l’ultimo strato di mix con 2-3cm di pura sabbia di quarzo per ricreare ciò che è il loro ambiente naturale.
Essendo l’apparato radicale di queste piante piuttosto fragile esse non amano particolarmente i rinvasi, soprattutto raggiunta la maturità, se si decidesse di effettuare un rinvaso è opportuno prestare particolare attenzione al panetto di substrato per evitare il più possibile di danneggiare le radici.
Inverno
Le Drosere pigmee non hanno bisogno di nessun tipo di riposo vegetativo.
Come faccio in inverno?
Molti coltivatori durante il periodo invernale portano le Drosere pigmee all’interno di un terrario o di una doppia finestra. Questo vale per le drosere pigmee più delicate in aree geografiche dove le temperature invernali prevedono frequenti gelate. Generalmente è sufficiente ridurre l’apporto idrico (non necessariamente in modo graduale) per evitare che l’acqua nel sottovaso si congeli rovinando irrimediabilmente le radici.
Sono piante molto resistenti ma occhio alle gelate! L’ideale sarebbe posizionarle all’interno di una serretta fredda.
Una delle peculiarità delle drosere pigmee è la produzione di gemme, questo evento coincide con il nostro autunno e quindi con l’abbassarsi delle temperature (generalmente intorno ad ottobre-novembre) ed è una forma di riproduzione asessuata estremamente efficace in quanto le gemme, prodotte al centro della rosetta, raggiunta la maturità sono subito reattive e pronte a germinare.
Come comportarsi in primavera?
con l’arrivo della bella stagione l’unica cosa da fare è posizionarle nuovamente al sole ed aumentare l’apporto idrico.
Attenzione! La maggior parte delle Drosere pigmee non ha vita lunga (un paio di anni solitamente), ecco perchè hanno sviluppato questo tipo di riproduzione asessuata che prevede la produzione di gemme: per poter colonizzare brevemente la maggior area possibile. Pertanto è bene raccogliere le gemme e ripiantarle nel vaso stesso o in un vaso nuovo .In breve tempo tappezzeranno completamente la superficie creando un effetto a dir poco spettacolare!
Di seguito una lista delle drosere pigmee più comuni:
Drosera Tuberose
Affascinante gruppo di piante carnivore, le Drosere tuberose sono una particolare tipologia di Drosera native dell’Australia e di alcune zone della Nuova Zelanda e della Tasmania. Aree caratterizzate da inverni miti e piovosi ed estati calde e asciutte.
Crescono su terreni prevalentemente sabbiosi (sabbia inerte non calcarea) dove affondano le radici in profondità producendo dei tuberi per poter sopravvivere al clima estivo. Questa tipologia di Drosera infatti vegeta pochi mesi all’anno, all’inizio della stagione invernale, in concomitanza con le prime piogge, spuntando dal terreno e crescendo rapidamente fino alla fioritura.
Sono piante dall’aspetto molto eterogeneo tra loro, alcune hanno un aspetto prostrato (o a “rosetta”, cioè prossime al terreno) con foglie larghe adagiate sulla superficie del substrato. Altre invece si ergono in altezza, alcune pochi centimetri, altre possono raggiungere oltre il metro di lunghezza.
Esposizione Solare
Pieno sole durante i mesi di vegetazione che per noi coincidono con i mesi compresi tra settembre e maggio.
Perché?
Per i motivi energetici che già conosciamo, essendo le Drosere tuberose delle piante carnivore a crescita molto rapida esse necessitano di molta energia.
Anche i vasi con i tuberi devono essere esposti al sole?
Non è necessario, sebbene i tuberi siano molto resistenti è preferibile posizionare i vasi al riparo durante i mesi estivi per evitare che l’eccessivo calore di un sistema chiuso come un vaso possa danneggiare il tubero delle specie più delicate.
Acqua e gestione estate/inverno
Usare sempre acqua demineralizzata, piovana oppure di condensazione.
Le Drosere tuberose hanno bisogno di molta acqua durante il periodo di crescita vegetativa e di un terreno asciutto durante l’estate.
Come e quando devo irrigare le Drosere tuberose?
I tuberi sono una forma di difesa che queste Drosere utilizzano per ripararsi dal caldo e dal secco del periodo estivo: durante l’estate non bisogna irrigare i vasi contenenti i tuberi perché con un eccesso d’acqua potrebbero facilmente marcire.
Quando le Drosere tuberose cominciano a seccare e a formare il tubero è necessario diminuire l’apporto idrico gradualmente facendo si che il terreno si asciughi completamente. Dopodiché è consigliabile irrigare ogni 3 settimane, possibilmente con l’ausilio di uno spruzzino, solo dall’alto e con poche spruzzate per garantire un minimo apporto idrico necessario a mantenere turgidi i tuberi.
Con l’arrivo del fresco settembrino ci si comporta diversamente: si può iniziare ad inumidire il terreno dall’alto con più frequenza e successivamente ad irrigare gradualmente dal basso, aggiungendo i classici 2-3 cm di acqua distillata nel sottovaso. In questo modo simuleremo l’inizio della stagione delle piogge e le Drosere tuberose spunteranno dal terreno in breve tempo.
Ma in inverno non fa troppo freddo?
In molte zone soprattutto nel nord Italia la risposta è si!
La maggior parte delle drosere tuberose, quelle meno esigenti e che tollerano temperature anche intorno ai 10°c (es. Drosera foliosa, Drosera auricolata, Drosera hookeri…), crescono benissimo all’interno di una serra fredda o di una doppia finestra. I classici luoghi dove ripariamo le Drosere subtropicali per l’inverno!
Molti coltivatori utilizzano dei terrari per le Drosere tuberose più esigenti, questa soluzione è consigliabile solo per le drosere a forma prostrata in quanto le Drosere tuberose a forma eretta tendono a crescere troppo in altezza per poterle gestire all’interno di un sistema chiuso.
Substrato
Per le Drosere tuberose meno esigenti il classico mix 50% torba bionda acida di sfagno e 50%perlite va bene, tuttavia quasi tutte le drosere tuberose crescono su terreno sabbiosi quindi l’ideale sarebbe utilizzare un mix al 30% torba acida e 70% sabbia di quarzo con granulometria mista (da fine a pochi millimetri di diametro massimo). E’ consigliabile utilizzare sabbie di colore scuro in quanto molti tuberi sono di colore bianco o giallo e potrebbero confondersi facilmente con la perlite o con sabbia di colore chiaro.
È opportuno utilizzare vasi alti almeno 10 centimetri in quanto le radici delle Drosere tuberose vanno in profondità per formare il tubero. Inoltre per un fattore estetico è possibile coprire il substrato con 2-3cm di sabbia pura in modo da ricreare, per quanto possibile in vaso, un effetto “spaccato di natura”.
Di seguito troverete un elenco delle specie di Drosere tuberose più comuni e di alcune sottospecie in quanto la nomenclatura di queste piante è in continua evoluzione:
Drosere del queensland:
Il gruppo delle drosere del Queensland è estremamente ridotto e comprende solo 3 specie di Drosere e 1 ibrido artificiale.
Questo particolare gruppo di piante carnivore trova il suo ambiente naturale all’interno di foreste pluviali con clima tropicale del Nord-Est dell’Australia, una regione denominata appunto Queensland.
In questo ambiente tropicale le piogge sono molto frequenti e le temperature non scendono mai sotto i 15°c durante tutto l’arco dell’anno. Queste particolari Drosere sono specializzate nella cattura di insetti di piccole dimensioni che, grazie agli enzimi prodotti da ghiandole specializzate, vengono digeriti molto rapidamente.
Esposizione Solare
Luce filtrata o ombra, non gradiscono il sole diretto
Perché?
Come già detto queste Drosere crescono all’interno di foreste tropicali pluviali in un ambiente di sottobosco estremamente umido dove hanno sviluppato tessuti relativamente fragili e sensibili al sole.
Drosera adelae è la specie più adattabile e tollera bene qualche ora di esposizione solare a patto di darle molta acqua e garantire un’umidità dell’aria elevata.
Drosera schizandra invece è la più delicata, non tollera l’esposizione solare diretta e temperature troppo altre. Questa drosera cresce sulle montagne del Queensland ed è stata trovata anche a quota 700m sul livello del mare, pertanto gradisce temperature più miti (intorno ai 20°c) ed umidità molto elevata.
Substrato
50%torba bionda acida di sfagno e 50% perlite, è consigliabile coprire la superficie del substrato con qualche ciuffo di sfagno vivo.
Perché è utile lo sfagno?
È consigliabile utilizzare lo sfagno perché, oltre a dare un bell’effetto naturale, aiuta a mantenere l’umidità elevata in prossimità della pianta. Attenzione però: è meglio sfoltire spesso lo sfagno in quanto potrebbe crescere troppo sovrastando la Drosera.
Inverno
Essendo le Drosere del Queenland piante carnivore tropicali esse non vanno in riposo vegetativo e bisogna garantire loro temperature mai inferiori ai 15°c.
Drosera adelae è la più resistente e riesce a svernare tranquillamente all’interno di una serra fredda o di una doppia finestra e sopporta anche temperature più basse di 15°c per breve tempo.
Drosera prolifera e Drosera schizandra sono più delicate, l’ideale sarebbe coltivarle all’interno di un terrario con luci artificiali e temperatura controllata.
Di seguito l’elenco delle sole Drosere del Queensland:
Below is a list of Queensland Sundews:
Drosere tropicali del sud america
Questa famiglia comprende un vasto genere di Drosere originarie del Sud America in aree montane a clima prevalentemente tropicale caratterizzato da temperature generalmente non superiori ai 25°c e piogge abbondanti. Per la maggior parte di queste drosere la coltivazione è abbastanza semplice: necessitano di temperature non eccessivamente alte e gradiscono uno sbalzo di temperatura tra giorno e notte che si aggira intorno ai 10°c.
In questo paragrafo dedicato alle bellissime Drosere Sudamericane definiremo i punti chiave per la buona coltivazione della maggior parte di esse.
Esposizione Solare
Come la maggior parte delle piante carnivore appartenenti al genere Drosera, anche le Drosere Sudamericane hanno bisogno di molta luce e di molto sole, tuttavia per evitare l’innalzarsi eccessivo delle temperature è consigliabile non esporle al sole diretto soprattutto durante le ore più calde della giornata.
Molti coltivatori esperti preferiscono crescere queste piante carnivore all’interno di terrari con temperatura controllata (garantendo lo sbalzo termico) e risulta essere la soluzione perfetta anche per le Drosere sudamericane più esigenti.
Acqua
Acqua distillata, piovana o di condensazione in abbondanza, l’ideale sarebbe lasciare qualche centimetro costante su un sottovaso alto.
Perché?
Come per tutte le piante carnivore anche questa tipo di Drosera vive in ambienti acidi con scarsità di minerali e sostanze nutritive. Nel loro habitat naturale le piogge sono molto frequenti: ecco perché è opportuno non far loro mai mancare acqua nel sottovaso.
Substrato
50% torba bionda acida di sfagno e 50% perlite
Le Drosere del Sud America non sono particolarmente esigenti in termini di substrato, l’importante è che esso sia totalmente privo di ammendanti, sostanze nutritive e minerali ed abbia un pH acido.
Inverno
Essendo tropicali le drosere del Sud America temono il freddo. Alcune come Drosera tomentosa sono più resistenti di altre che potrebbero perire se esposte a temperature inferiori ai 15°c per un tempo prolungato.
Tuttavia in linea generale esse riescono a svernare all’interno di una serra fredda oppure di una doppia finestra senza grossi problemi.
L’ideale sarebbe munirsi di un terrario ben areato e munito di luci artificiali, in cui riuscire a replicare le loro condizioni naturali tipiche di piante tropicali di montagna: temperature costanti tutto l’anno comprese intorno ai 15 gradi di notte e 20-25 di giorno.
Cosa succede se scelgo di non coltivarle all’interno di un terrario?
Se optiamo per lo svernamento in serra fredda o in una doppia finestra dobbiamo prestare particolare attenzione alle temperature, come per le drosere subtropicali anche le drosere tropicali del Sud America rallenteranno il loro metabolismo in inverno (senza tuttavia avere un vero e proprio periodo di riposo) riuscendo a resistere, in alcuni casi, anche a temperature intorno agli 5-8 gradi. Durante questo periodo sfavorevole l’obiettivo diventerà la sopravvivenza della pianta, rinunciando un po’ alla resa estetica. Con l’arrivo della primavera torneranno ad essere vigorose e colorate!
Di seguito troverete l’elenco delle Drosere sudamericane più comuni:
Malattie e parassiti delle drosere:
Durante il periodo estivo la Drosera può incorrere in attacchi da parte di parassiti e funghi, vediamo insieme quali.
PARASSITI:
Afidi: insetti pungenti di colore variabile (solitamente bianchi o verdi) grandi qualche mm, visibili ad occhio nudo e facilmente debellabili. Pungono e succhiano la linfa delle piante provocando principalmente deformità fogliari e piccole galle.
Perchè?
La saliva di questi parfassiti produce sostanze simil-auxina. Le auxine sono degli ormoni vegetali che, assieme ad altri, controllano il ciclo cellulare vegetale. L’alterazione dell’equilibrio ormonale induce la pianta a produrre galle, piccoli ammassi di cellule indifferenziate (tumori) che appaiono come rigonfiamenti fogliari.
Gli afidi possono rimuovore manualmente e possono essere facilmente eliminabili con prodotti biologici aficidi a base di piretro. Ripetere il trattamento iniziale dopo 10 giorni per eliminare anche gli eventuali nuovi nati dalle uova deposte inizialmente.
Acari:. E’ un aracnide (non un insetto) di piccolissime dimensioni (0,5mm per le femmine e ancora meno per i maschi) con apparato boccale pungente. Punge le foglie delle nostre piante per succhiarne la linfa e nutrirsi. I sintomi principali associati a ragnetto rosso sono decolorazione fogliare e appassimento/ imbrunimento della foglia molto più rapido del normale, spesso quando non lo dovrebbe fare.
Come combatterlo?
Un insetticida acaricida da contatto per infestazioni di lieve entità seguito da acaricida sistemico per infestazioni importanti recidive. Se trascurato può diventare davvero difficile debellare questo parassita.
Le drosere a crescita invernale temono meno gli attacchi da parte di parassiti in quanto questi ultimi sono molto più prolifici e attivi durante i mesi caldi.
FUNGHI:
Botrite: chiamato comunemente “muffa grigia”, è un tipo di fungo che aggredisce i tessuti di piante debilitate. Il suo decorso è molto rapido e può portare alla morte la pianta anche in pochi giorni.
La botrite può insorgere in ogni momento se le condizioni non sono ottimali, soprattutto quando vi è scarso riciclo d’aria. Tuttavia è facilmente debellabile con prodotti specifici presenti in commercio.
Vacanze
E quando non ci siamo?
Niente di più facile!
La maggior parte delle piante appartenenti al genere Drosera, così come per Dionaea muscipula non teme il ristagno idrico, anzi! Ne ha bisogno!
Utilizzando un pezzo di polistirolo espanso di adeguate dimensioni o qualsiasi altro supporto galleggiante si può realizzare una piattaforma galleggiante per il nostro vaso.
1) Eseguiamo un foro al centro della nostra zattera galleggiante in modo da potervi riporre il vaso. I fori nel fondo del vaso devo sporgere rispetto alla superficie inferiore della zattera.
2) Scegliamo un secchio o un contenitore sufficientemente grande da contenere l’acqua necessaria per coprire le esigenze idriche della pianta per tutto il periodo in cui siamo assenti (occhio a considerare anche l’evaporazione e non solo l’assorbimento d’acqua da parte della pianta)
3) Poniamo la zattera con il vaso nel contenitore pieno d’acqua. Assicuratevi che il galleggiamento sia stabile!
In questo modo la zattera si adatterà al livello dell’acqua che via via decrescerà mantenendo la torba umido e la parte aerea all’asciutto!
Conclusion:
Il mondo delle piante carnivore appartenenti al genere Drosera è decisamente vario ed è pertanto difficile racchiudere tutto all’interno di un singolo articolo.
Ci prefissiamo l’obiettivo di dedicare più tempo e più righe ad ogni singolo “gruppo di coltivazione” con articoli specifici
Fino ad allora ci auguriamo che possiate trovare in questo scritto delle basi utili per iniziare i vostri test di coltivazione
Buona fortuna
G.Mehle / V. Guidolin