Dopo l’infatuazione iniziale per la bella venere acchiappamosche è arrivato il momento di capire bene come si coltiva Dionaea muscipula.
Come in tutte le relazioni anche in questo caso è fondamentale trovare l’equilibrio per raggiungere una serena convivenza! Ebbene si, se è vero che ogni pianta ha le sue particolari esigenze è altrettanto vero che anche l’appassionato le ha.
Quindi se siamo arrivati qui per scoprire come si coltiva una pianta carnivora, più nel dettaglio come si coltiva Dionaea muscipula, proviamo a farlo anche pensando a noi. Pensare a noi significa non complicarsi troppo la vita imparando i trucchi del mestiere che rendono la coltivazione semplice!
I rapporti duraturi sono quelli in cui le cose, dopo un rodaggio iniziale, filano liscie. Quindi vale la pena perdere un pò di tempo subito per capire come meglio ricreare le condizioni ideali di coltivazione di Dionaea muscipula, la gestione nelle varie stagioni, la gestione delle nostre assenze e come avere i massimi risultati con uno sforzo moderato.
Iniziamo
Dionaea muscipula è una pianta carnivore appartenente alla famiglia delle Droseraceae (tassonomicamente correlata al genere Drosera) originaria degli USA in una piccola fascia costiera situata tra il North e il South Carolina. Vive in torbiere, pianure torbose “alluvionate” costantemente fradice d’acqua piovana. La presenza quasi permanente di acqua rende il terreno un pò particolare, cioè anaerobio, privo di ossigeno.
L’assenza di ossigeno fa si che la decomposizione della materia organica sia di tipo anaerobico (una decomposizione particolare, tipica di ambienti privi di ossigeno, in cui operano prevalentementi batteri che per vivere utilizzano un metabolismo energetico che sfrutta altri gas, come azoto o zolfo, anzichè l’ O2).
La decomposizione della materia organica in modo anaerobio segue step lentissimi della durata di milioni di anni e porta via via alla produzione di torba, lignite, antracite (quello che chiamiamo carbone, uno dei combustibili fossili pià famosi).
Ecco spiegato il motivo per cui chiamiamo questi particolari e delicati ecosistemi torbiere. La torba quindi si differenzia da altri tipi di terreno per diversi aspetti:
– Presenta un pH acido
– Presenta un contenuito di azoto (e altri composti facilmente assimilabili dalla pianta) molto basso. Quasi a zero!
Possiamo ben immaginare come in un ambiente a pH estremamente basso e scarso di sostanze nutritive ci siano ben poche piante in grado di proliferare (è interessante partire da qui per comprendere al meglio L’evoluzione delle carnivore). La Dionaea muscipula è una di queste.
Ecco che la descrizione dell’ecosistema che ospita Dionaea muscipula ci permette di capirne in modo indiretto le basi di coltivazione. Con la differenza che la conoscenza ci permette di coltivarle consapevolemonte.
Proviamo a riassumere gli aspetti principali:
Guida alla Dionaea Muscipula
Esposizione solare
Pieno sole tutto l’anno! E’ possibile ombreggiare leggermente nei mesi estivi più caldi per evitare temperature eccessive che possono bloccare la crescita della pianta.
Perchè pieno sole?
Per questioni energetiche. Catturare la preda (cioè chiudere la trappola, avviare il processo digestivo, riaprire la trappola) richiede tantissima energia alla pianta. L’energia deriva indirettamente dalla fotosintesi. Quindi più intensita luminosa = più energia = più catture!!
Per motivi legati all’habitat. Nelle torbiere il numero di piante in grado di crescere è molto limitato e queste sono prevalentemente piccoli arbusti o alberi sporadici di piccole dimensioni in grado di resistere a terreno acido e povero di nutrienti. Un ambiente privo di grande vegetazione = nulla che ombreggi la pianta schermandola dai raggi diretti del sole.
Acqua
3-4 cm di acqua distillata o piovana sempre presente nel sottovaso. In alternativa sono adatte tutte quelle acque che hanno un contenuto di sali minerali estremamente basso. Ad esempio tutte le acque di condensazione (condizionatore, deumidificatore). La conducibilità dell’acqua deve avere un valore inferiore ai 50 micro-siemens
Perchè?
Le torbiere sono ecosistemi con fondo impermeabile, per lo più argilloso, che non permette all’acqua piovana di penetrare gli strati inferiori. Il risultato è un terreno permanentemente zuppo di acqua che deriva dalla condensazione di vapore acqueo atmosferico, naturalmente privo di sali minerali.
I sali minerali sono invece comunemente presenti nelle acque dolci e nelle nostre falde e derivano dal discioglimento di calcari che compongono le rocce e vanno a finire nelle acque di fiumi e laghi. Dionaea muscipula si è adattata a crescere in ambiente privo di sali minerali derivanti dalle acque, in particolare di carbonati che a lungo andare andrebbero ad alzare il pH del substrato danneggiamdo irrimediabilmente la pianta.
Dionaea gradisce il ristagno idrico. 3-4 cm di acqua distillata sempre presente nel sottovaso,anche in inverno, anche se ghiaccia. Questo serve per imitare fedelmente l’ambiente naturale zuppo in cui vivono.
Substrato
50% torba acida di sfagno pura / 50% perlite
Perchè?
Dionaea non tollera sostanze nutrienti. Evitiamo torbe a pH neutro o ammendate con azoto che spesso si trovano nei terricci per acidofofile. La torba deve essere pura.
La perlite è un substrato inerte che aiuta l’aerazione del substrato. In natura non c’è ovviamente, ma la coltivazione forzata in volumi piccoli (i nostri vasi) richiede un adattamento per aumentare la shelf life del substrato costantemente bagnato. ATTENZIONE: non respirate senza protezione la polvere di perlite, idratatela a dovere prima di maneggiarla, è una polvere molto sottile e dannosa per i nostri polmoni!
Inverno
Pianta da esterno. Fuori anche durante i mesi più freddi!
Perchè
Si è evoluta a crescere in una zona costiera tra il North e il South Carolina. Quindi in clima temperato, con estati caldi e inverni fredddi. Tollera anche temperature sotto lo zero anche per periodi prolungati se durante il giorno il substrato riesce a scongelarsi e la pianta ad adsorbire l’acqua correttamente
Cosa succede in inverno
A fine autunno la parte aerea della pianta inizia ad annerire e infine seccare. Dionaea infatti conserva le energia in un fusto sotterraneo chiamato rizoma, di color bianco, e lascia morire la maggior parte della parte aerea con l’arrivo del freddo.
NON ALLARMATEVI
È la normalità. La pianta sta bene e va idratata con qualche cm d’acqua distillata nel sottovaso come al solito, nella stessa location esterna estiva. In Primavera , con l’innalzamento delle temperature e l’aumento delle ore luce, rispunterà la parte aerea e la pianta ricomincerà a vegetare.
Cosa fare in primavera?
In primavera le temperature aumentano così come le ore di luce disponibili. Questi stimoli vengono percepiti dalla pianta come l’inizio di una nuova stagione vegetativa.
Il risveglio di Dionaea è caratterizzato dalla crescita del fiore. Se non siete interessati alla sua impollinazione (vedi link) vi consiglio di reciderlo all’altezza di 2-3cm dalla base con una comune forbice. Recidendo il fiore tutte le energie si concentreranno sulla produzione di foglie che potranno così svilupparsi al massimo del potenziale.
Avvicinarsi all’estate
la stagione vegetativa porta con se, oltre a tante belle soddisfazioni, anche qualche possibile inconveniente, in particolare con l’arrivo del caldo.
Con il passare delle settimane infatti aumenta la possibilità che le nostre Dionaea vengano attaccate da alcuni parassiti o da stress di altro tipo! Vediamo i principali:
Afidi: insetti pungenti di colore variabile (solitamente bianchi o verdi) grandi qualche mm, visibili ad occhio nudo e facilmente debellabili. Pungono e succhiano la linfa delle piante provocando principalmente deformità fogliari e piccole galle.
Perchè?
La saliva di questi parfassiti produce sostanze simil-auxina. Le auxine sono degli ormoni vegetali che, assieme ad altri, controllano il ciclo cellulare vegetale. L’alterazione dell’equilibrio ormonale induce la pianta a produrre galle, piccoli ammassi di cellule indifferenziate (tumori) che appaiono come rigonfiamenti fogliari.
Gli afidi possono rimuovore manualmente e possono essere facilmente eliminabili con prodotti biologici aficidi a base di piretro. Ripetere il trattamento iniziale dopo 10 giorni per eliminare anche gli eventuali nuovi nati dalle uova deposte inizialmente.
Acari: Il famoso ragnetto rosso è probabilmente il parassita più temibile di Dionaea muscipula. E’ un aracnide (non un insetto) di piccolissime dimensioni (0,5mm per le femmine e ancora meno per i maschi) con apparato boccale pungente. Punge le foglie delle nostre piante per succhiarne la linfa e nutrirsi. I sintomi principali associati a ragnetto rosso sono decolorazione fogliare e appassimento/ imbrunimento della foglia molto più rapido del normale, spesso quando non lo dovrebbe fare.
Perchè è pericoloso?
Le sue piccole dimensioni lo rendono difficilmente evidenziabile e i suoi sintomi possono essere confusi con il normale imbrunimento fogliare dovuto all’eccessivo caldo o all’arrivo del freddo e del riposo vegetativo.
Tuttavia un’infestazione di ragnetto rosso può portare ad uno stress enorme della pianta che con l’arrivo del caldo tende a bloccare quasi completamente la produzione di nuove foglie e ad imbrunire completamente quelle vecchie. Molti coltivatori riferiscono un quasi totale blocco della crescita e la tendenza della pianta a rimpicciolirsi fino quasi a sparire.
Come combatterlo?
Un insetticida acaricida da contatto per infestazioni di lieve entità seguito da acaricida sistemico per infestazioni importanti recidive. Se trascurato può diventare davvero difficile debellare questo parassita.
Cocciniglia
Infesta raramente Dionaea. Solitamente accade quando ci sono nelle vicinanze Sarracenia attaccate da cocciniglia. In questo caso si può procedere in primis con la rimozione manuale dei parassiti facilmente riconoscibili e solo successivamente, nel caso si ripresentino, con trattamenti a base di cocciniglicida sistemico durante la stagione vegetativa e/o olio minerale per liberarsi delle uova durante l’inverno.
Stress da caldo
Nei mesi più caldi è consigliabile una leggera ombreggiatura per evitare che le temperature salgano troppo. Dionaea muscipula esposta a temperature eccessive (specialmente quando coltivata in estate in serre di piccole dimensioni in pieno sole) può andare in stress e arrestare completamente la crescita.
I sintomi di questo “blocco” estivo sono ancor più marcati se le piante sono nello stesso substrato da più di una stagione e se il fiore non è stato reciso ad inizio primavera.
Cosa consigliamo di fare per evitare lo stress da caldo?
1) Ombreggiare nei mesi più caldi col fine di abbassare la temperatura
2) Rinvasare ogni anno, verso fine febbraio, le nostre Dionaea in substrato fresco. Se si mantengono nello stesso substrato per 2-3 anni prediligere vasi un pò più grandi, di 10-12 cm di diametro.
3) Recidere il fiore in primavera. La fioritura soprattutto se associata ad impollinazione del fiore porta ad un consumo importante di energia.
E quando non ci siamo?
Gestire le nostre Dionaea quando siamo in vacanza è più facile del previsto. Il fatto che non solo tollerano ma addirittura adorano il ristagno idrico permette di utilizzare il sistema a zattera.
Utilizzando un pezzo di polistirolo espanso di adeguate dimensioni o qualsiasi altro supporto galleggiante si può realizzare una piattaforma galleggiante per il nostro vaso.
1) Eseguiamo un foro al centro della nostra zattera galleggiante in modo da potervi riporre il vaso. I fori nel fondo del vaso devo sporgere rispetto alla superficie inferiore della zattera.
2) Scegliamo un secchio o un contenitore sufficientemente grande da contenere l’acqua necessaria per coprire le esigenze idriche della pianta per tutto il periodo in cui siamo assenti (occhio a considerare anche l’evaporazione e non solo l’assorbimento d’acqua da parte della pianta)
3) Poniamo la zattera con il vaso nel contenitore pieno d’acqua. Assicuratevi che il galleggiamento sia stabile!
In questo modo la zattera si adatterà al livello dell’acqua che via via decrescerà mantenendo la torba umido e la parte aerea all’asciutto!
Conclusione:
In questo articolo abbiamo cercato di parlare di tutti gli aspetti principali della coltivazione, non in modo schematico e generalista, ma cercando di seguire un filo logico che parte dall’habitat naturale e mira a rendere compatibili le esigenze della pianta con quelle dell’uomo (tra cui le vacanze).
Valerio